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Nella fisiologica alternanza di zone d'ombra e terreni in parziale o piena luce, e nel segno di una programmatica multidisciplinarità, i contributi del convegno "Bernardo Buontalenti (1523-1608). Disegno, architettura e teatro" richiamano centralmente e rileggono trasversalmente situazioni episodiche e, in antitesi, costanti tematiche e linguistiche (alimento della sostanziale poliedricità buontalentiana), tendendo a intercettare punti di osservazione estranei a terreni battuti e letture consolidate. Nella presenza schermata ma percepibile di un filo conduttore intenzionalmente non lineare, ciò non di rado si esplica e risolve in processi di reinterpretazione di codici strutturali come di motivi transitori, suggeriti dalla compresenza stratificata di idee solitariamente o rapsodicamente emergenti o, invece, lungamente meditate; tra queste la drammaticamente tormentata e irrisolta progettazione della Cappella dei Principi (1587-1602). Nella complessità dialettica del personaggio, l'approssimazione critica all'identità linguistica di Buontalenti, innanzitutto compenetrata dalla sua duplice veste di ingegnere militare e architetto civile, ne investe necessariamente, accanto alla serrata evoluzione mentale e tecnica del pensare disegnativo in eco michelangiolesca e leonardiana, approdi decorativi, idraulico-paesaggistici e teatrali, analogamente addensati da inedite angolazioni concettuali e interpretative.
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