Processo, prigionia e morte di Socrate: Eutifrone-Apologia di Socrate-Critone-Fedone. Testo greco a fronte. Ediz. integrale di Platone; Maltese E. V. (cur.) - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Processo, prigionia e morte di Socrate: Eutifrone-Apologia di Socrate-Critone-Fedone. Testo greco a fronte. Ediz. integrale
Platone

Processo, prigionia e morte di Socrate: Eutifrone-Apologia di Socrate-Critone-Fedone. Testo greco a fronte. Ediz. integrale

Editore: Newton Compton Editori

Reparto: Filosofia antica, medievale, orientale

ISBN: 9788822766861

Data di pubblicazione: 17/06/2022

Numero pagine: 288

Traduttore: Giardini G.

Collana: Classici moderni Newton


5,90€
Facile da trovare

Sinossi

Atene, 399 a.C.: Socrate, accusato di corrompere i giovani e di introdurre la credenza in nuovi dèi, viene processato pubblicamente. Platone, giovane aristocratico suo discepolo, è presente a quel processo e da zelante cronista ce ne offre un attento resoconto in quattro dialoghi. Il primo,Eutifrone, descrive il momento in cui Socrate si reca in tribunale. L'Apologia di Socrate è la difesa appassionata da lui stesso pronunciata e rappresenta il contributo più importante e rigoroso alla comprensione della personalità e alla trasmissione del pensiero del filosofo. Condannato a morte, Socrate non smetterà di professare la sua dottrina nel carcere di Atene, dove amici e discepoli continuano a seguirlo, come racconta Platone nelCritone. Il Fedone ci riporta l'ultima delle dissertazioni di un uomo che nel dialogo ha cercato la verità anche pochi istanti prima di trovare la morte bevendo la cicuta. «E questa», dice Fedone, «fu la fine del nostro amico, uomo, possiamo ben dirlo, fra tutti quelli che abbiamo conosciuto, il migliore, anzi, senza confronto il più saggio e il più giusto». Ma, cittadini, non è questa la difficoltà, sfuggire alla morte, ma è molto più difficile evitare la malvagità: essa corre, infatti, più velocemente della morte. Ora io, che sono tardo e vecchio, sono colto da quella che è più tarda; i miei accusatori, invece, che sono vigorosi e lesti, sono stati colti da quella che è più veloce: la malvagità. Con saggio di Luciano Canfora.

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