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Questi ultimi tre anni appaiono caratterizzati sul piano della giustizia penale europea da una fitta serie di novità normative, anche significative, polarizzate però essenzialmente sul piano della cooperazione giudiziaria "tra Stati" (come, ad esempio, il 'pacchetto' relativo alle prove elettroniche e il regolamento 2024/3011/UE sul trasferimento dei procedimenti penali), anziché su quello "sopranazionale" di un effettivo potenziamento e rilancio dell'azione della Procura europea. E, del resto, la prima sentenza emessa dalla Corte di giustizia sull'EPPO, che aveva ad oggetto la situazione più complessa che quest'organo è chiamato a gestire, rappresentata dalle indagini transfrontaliere, ha dovuto riconoscere che, alla resa dei conti, tale soggetto deve adottare (ed è, anzi, bene che adotti) nella sua attività le stesse regole che reggono la cooperazione giudiziaria bilaterale tra Stati, basata sul principio del mutuo riconoscimento: certificando così che resta ancora assai distante l'idea di ragionare con riguardo a quest'organo in una più generale prospettiva parafederale. L'elemento forse più significativo di questo periodo, per l'impatto generale e profondo che potrà determinare, e che consegue alla presa di coscienza che occorre regolamentare l'uso dell'intelligenza artificiale all'interno dei confini europei, è rappresentato dal varo del c.d. AI Act: un imponente corpus normativo dell'Unione, emanato nella forma del regolamento, quindi di un atto direttamente imperativo per tutti gli Stati membri, che presenta ricadute significative anche nel campo della giustizia penale. È l'ultimo degli strumenti di armonizzazione normativa messi in campo dall'Unione e si prefigge di garantire uno sviluppo antropocentrico dell'intelligenza artificiale basata su un approccio fondato sul rischio. Vedremo quali prospettive aprirà, ma appare sicuramente positivo che ci si muova in una materia così delicata all'insegna dell'apertura, ma anche della massima cautela. Questo Manuale, giunto alla sua sesta edizione e pubblicato anche in traduzione inglese da Springer e spagnola da Marcial Pons, non solo è divenuto da tempo un 'classico' su cui si sono formate generazioni di studenti, ma rappresenta anche un'opera del tutto peculiare nel panorama europeo, essendo specificamente dedicato a una generale e organica ricostruzione ragionata dell'imponente messe di fonti europee in materia processuale penale.
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