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Editore: Milella
Reparto: Storia d'europa
ISBN: 9788833292601
Data di pubblicazione: 06/06/2025
Numero pagine: 72
Una volta Matteo Matteotti, figlio di Giacomo, sulla diversità tra socialismo e comunismo, disse: "Nessuna differenza tranne qualche abisso". Questo abisso Giacomo Matteotti lo visse in prima persona, e non senza pericoli, soprattutto durante il biennio rosso 1919 - 1921. Nato a Fratta Polesine (Rovigo), nel 1885, da una famiglia facoltosa, si diede alla politica all'età di 14 anni. Laureato in legge, interagi con il mondo delle cooperative e nel 1919 venne eletto deputato del PSI. Lottò sempre per il riscatto delle masse diseredate con un'azione politica lungimirante e incisiva, tipica di un "riformista rivoluzionario", quale amava definirsi. Mai sedotto dalle sirene della lotta armata, propugnò sempre l'ideale del socialismo etico-giuridico nel pieno rispetto delle istituzioni democratiche. Il 4 ottobre 1922 assunse la carica di segretario del 1 PSU partito: socialista unitario fondato assieme a Filippo Turati. Fu un uomo di enorme levatura morale e di saldissimi principi umani. Un uomo per il popolo spesso invidiato dai suoi, e contro la tracotanza del potere afflitto da piaghe secolari. Le accuse mosse alla nascente dittatura fascista per corruttele, venute alla luce per l'opinione pubblica solo anni dopo, riguardo la compravendita di petrolio dalla Libia implicarono lo stesso Re Vittorio Emanuele III e causarono il rapimento e l'assassinio, nel 1924. Fu elevato a "icona dell'antifascismo". Enorme è il suo lascito culturale e politico per le generazioni di oggi, i cittadini dell'Italia libera e repubblicana
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