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Usi civici e domini collettivi. La proprietà plurale e il diritto civile
Cervale Maria Cristina

Usi civici e domini collettivi. La proprietà plurale e il diritto civile

Editore: Edizioni Scientifiche Italiane

Reparto: Diritto

ISBN: 9788849549782

Data di pubblicazione: 30/10/2022

Numero pagine: 316

Collana: Trattato dir. civ. Cons. naz. notariato


48,00€
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Sinossi

La proprietà nasce dall'esigenza del singolo di procurarsi un bene sia per soddisfare il proprio naturale senso di appropriazione sia per la necessità di soddisfare un bisogno personale. Tuttavia, oltre l'interesse individuale, emerge l'interesse collettivo quando, all'interno dell'assetto proprietario, si impone l'elemento della pluralità ossia si impongono bisogni e interessi di una determinata collettività, considerata quale soggetto di diritto. A volte, anzi, la particolare natura del bene rafforza la concezione plurale della proprietà, lì dove vi siano beni che sarebbero destinati a perdere il loro valore produttivo o la loro funzione paesaggistica e ambientale, se non fossero collocati in una dimensione collettiva, la sola in grado di conservare, attraverso energie, sforzi e obiettivi comuni, la consistenza del patrimonio naturale, economico e culturale delle comunità originarie. È il caso degli assetti fondiari collettivi, nel significato tradizionale ed onnicomprensivo di usi civici o anche di domini collettivi: denominazioni diverse, più antiche o più recenti, che però tutte esprimono un insieme di esperienze storiche e giuridiche dai tratti identitari comuni. Tradizionalmente, l'espressione usi civici indica il fenomeno nel suo complesso e ricomprende al suo interno non soltanto gli usi civici in senso stretto, ossia quei diritti reali di interesse pubblico su proprietà privata (iura in re aliena), ma anche qualsiasi forma di proprietà collettiva privata, risalente al dominio diviso della tradizione medievale, proseguita con le leggi eversive della feudalità dei primi anni dell'Ottocento, disciplinata dalla legge 16 giugno 1927, n. 1766 e quindi approdata, come dominio collettivo, nella legge 20 novembre 2017, n. 168. In tale ambito, i temi classici del diritto di proprietà si ripropongono all'interno di una prospettiva collettiva e plurale, in cui l'alter e l'ego si alternano vicendevolmente per dare vita ad una dinamica giuridica, soggettiva e patrimoniale, che intercorre tra singolo, singoli, gruppo e un sistema di beni, definibili appunto beni collettivi.

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