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San Vito Lo Capo e la sua tonnara. I diari del «Secco», una lunga storia d'amore
Ravazza Ninni

San Vito Lo Capo e la sua tonnara. I diari del «Secco», una lunga storia d'amore

Editore: Magenes

Reparto: Storia d'europa

ISBN: 9788866491514

Data di pubblicazione: 21/08/2017

Numero pagine: 343

Collana: Maree. Storie del mare


25,00€
Esaurito

Sinossi

Questo non è solo un libro dedicato alla tonnara del secco, il primo su questo impianto, ma in parte è anche la storia del paese di San Vito lo Capo letta attraverso i nomi e l'impegno dei suoi pescatori chiamati a completare la ciurma dei tonnaroti castellammaresi, e il sorgere di una piccola borghesia imprenditoriale che seppe sfruttare la presenza dell'industria del tonno per creare un indotto che ne sancì la rapida ascesa sociale ponendo le basi per una trasformazione dell'economia locale. Mastro "Liddu" Calvino fu il primo a mettere a disposizione della tonnara pescherecci e camion per il trasporto dei tonni sui mercati, e lui stesso fu uno dei principali compratori dei pesci finiti tra le reti, che rivendeva a sua volta ai rigattieri trapanesi e palermitani o nel suo magazzino sul porto; nell'ultimo anno di attività fu anche uno dei soci nel calo della tonnara. Con l'imprenditore Calvino vediamo nascere e crescere anche l'attività dei Morana rigattieri e mediatori con le pescherie trapanesi, e dei Valenti che fornivano servizi alla tonnara. Dai registri di vendita di tonni e pescispada apprendiamo dell'apertura del ristorante dell'hotel Capo san vito agli inizi dei '60 del secolo scorso, e dell'ampliamento del menù della prima trattoria sanvitese, quella di Nenè Cusenza. Nel suo divenire il paese si apriva al turismo muovendo i primi passi di quel viaggio che nel giro di pochi anni l'avrebbe imposto come una delle mete preferite dai turisti italiani e stranieri. Il libro ripercorre anche la storia della famiglia Plaja che della tonnara del secco è stato il cuore pulsante: Giovannino ne fu il mentore per quasi quarant'anni dopo aver gestito una tonnara pure a San Vito, e successivamente proseguirono il suo impegno il figlio Michelangelo e il nipote Ettore che ha festeggiato i novant'anni con un libello in cui racconta del secco e della sua gioventù trascorsa fra tonni, studi e guerra. Prefazione di Rosario Lentini.

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