Pietrastornina in età moderna (prima parte): Emigranti, portieri e nutrici dei nobili di Napoli. Il paese del direttore de L'Unità di New York e dei Massa di Faenza riggiolari di Santa Chiara di Bascetta Arturo - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Pietrastornina in età moderna (prima parte): Emigranti, portieri e nutrici dei nobili di Napoli. Il paese del direttore de L'Unità di New York e dei Massa di Faenza riggiolari di Santa Chiara
Bascetta Arturo

Pietrastornina in età moderna (prima parte): Emigranti, portieri e nutrici dei nobili di Napoli. Il paese del direttore de L'Unità di New York e dei Massa di Faenza riggiolari di Santa Chiara

Editore: ABE

Reparto: Storia d'europa

ISBN: 9788872971253

Data di pubblicazione: 26/05/2023

Numero pagine: 174

Collana: Paesi della campania


26,00€
Si fa attendere

Sinossi

A pagina 7 dell'Inventario antico redatto dall'Abate Massa della Chiesa di S.Maria de Juso di Pietrastornina viene ricordato che l'Università comune aveva già redatto un Catasto ad opera di Pietro Antonio Fusci all'anno circa 1630 in 1650, di cui non si hanno altre notizie, se non un estratto notarile relativo ai beni acquistati da Antonio de Fusco dal Notar Giovanni Ricci fra la Via Pubblica da Sotto e Via Publica da Sopra, forse presso L'Arco, in Loco Rosola. In esso compaiono altri luoghi antichi come Monticello e la Selva di Calze donata alla Cappella del SS.Rosario e perciò chiamata Selva del Rosario. Altrove, a pagina 10, è detto che la vendita era descritta al foglio 70, nel Catasto dell'Università fu formato (come si crede) dal fu Pietro Antonio Fusco. Seguono: Campo d'Antona, Cerrito, Lo jardino, Carpenito, e quello di Giovanni battista de Alesandro in Loco Vecelleto seu Carbona ò Vesceglito concesso anticamente à Don Pietro Sasso e poi ad Achille Riccio. Gli Onciari si presentano come dei grossi volumi divisi in sezioni, fra atti preliminari e rivele. Nel 1749, a Catasto compilato, Pietrastornina ha cambiato volto. Si è adeguata al rinnovamento avuto con l'aumento delle libere proprietà che hanno permesso il nascere del ceto civile in tutto il Regno di Napoli. Niente più pagamenti a destra e a manca per i capifamiglia, ma solo tre tasse statali che si imposero più di ogni altra, da versare nelle casse del Regno: quelle sopra le teste dei suoi cittadini ed habitanti, loro beni stabili, animali ed industrie. In effetti si trattava del solo testatico, aumentato dell'imposta sui beni posseduti e dell'imposta sul reddito prodotto dai figli maschi lavoratori. L'Università è mandata in tassa per tot fuochi. Questo sistema aveva evitato la forte evasione, specie di quei forestieri che dichiaravano di non abitare né in un posto e né nell'altro, e degli ecclesiastici bonatenenti, mai tassati fino ad allora, pur incamerando i censi (provenienti da terre e case affidate in enfiteusi), benefici e beni delle parrocchie. Pesi fiscali, questi, che nell'Onciario vengono scalati dalle tasse, sebbene ad agevolarsene, oltre i minorenni, esentati di diritto, furono i non-lavoratori: i troppo-poveri e i troppo-benestanti; i primi dovettero dichiararsi mendicanti; i ricchi, vivendo del proprio (se ne guardarono bene dall'investire il capitale, come nello spirito della legge), finirono per accumulare solo ducati e per esercitare come professione l'essere "possidente". Questo libro è dedicato ai Massa, a Gino Bardi direttore dell'Unità di New York e Alfredo Bascetta, ai Ciardiello, e a tutti gli emigranti, i portieri e le nutrici della meglio gioventù di Napoli.

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