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L'autore esordisce dettagliando le condizioni in cui venne a trovarsi la scuola in Italia, e in particolare in Campania, a cavallo dell'ultimo conflitto mondiale, con carenza di aule, suppellettili, sussidi, nel passaggio dal fascismo alla democrazia. All'epoca era in vigore la configurazione della scuola italiana disegnato nel 1924 il filosofo Gentile, ministro fascista della pubblica istruzione e poco dopo messa a punto dal Bottai. Con il referendum che instaurò la repubblica in Italia si avvertì l'obsolescenza di questo tipo di scuola, ma occorsero decenni (fino agli anni sessanta) per registrare innovazioni significative nella primaria e nella secondaria di primo grado, mentre nella secondaria di secondo grado, dopo ripetute rivisitazioni dei programmi, solo nel 1974, con i decreti delegati DPR 416, 417, 418 e 419, si sarebbe dato spazio a significative innovazioni attraverso sperimentazioni promosse e assistite dalle Direzioni Generali presso il Ministero della Pubblica Istruzione, comunque sempre in una strutturazione che si ispirava alla riforma Gentile....
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