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Editore: De Cultura
Reparto: Scienze sociali
ISBN: 9791280322166
Data di pubblicazione: 24/05/2025
Numero pagine: 198
L'idea di questo volume, erbario e quant'altro, è nata da Raffa. Un giorno disse: "Scriviamo un libro sulle erbe." Io gli rispondo: "A Raffae, lo scrivi tu!" Non avevo la più pallida idea per contribuire alla creazione del libro: come iniziare ecc. Avevo nella mia mente una copertina di granito, dove per anni non scaturiva niente. Iniziammo così le registrazioni e le testimonianze con intere famiglie di cicoriare. Impiegammo due, tre anni per raccogliere il materiale necessario. Passammo le più belle serate insieme agli attori di quel momento. Intorno alla raccolta della cicoria e delle erbe spontanee, oltre al sano cibo, la convivialità, vivi lo stare insieme in una semplicità assoluta, sei sempre più vicino alla natura. Di colpo succede una cosa incredibile, essendo a contatto con la terra, la memoria inizia a trasmettere emozioni e arriva il richiamo degli stornelli, dei proverbi, fino ai racconti delle giornate dedicate alle erbe spontanee condite con versi improvvisati di terzine, di ottava rima, accompagnate dal tamburello, dall'organetto, dai canti, dai balli, per finire ai modi contadini: "e che se magnimo massera... ?mbè gniamo a fa ?mpò de cicoria..." Il libro è dedicato a Raffaele Marchetti, lasciando che sia un suo testo ad introdurre la storia e le storie intorno alla comunità delle cicoriare. Inoltre presenterò una relazione di Ugo Pazzi sulla nascita della Comunità del Cibo di Giulianello. Voglio ringraziare Anja Latini, Aristide Proietti, Claudio Leoni, Ezio Bruni, Ivo Fanella, Luca Del Ferraro, Luca Zampi, Tommaso Conti, Camillo De Felice e Luigi Crescenzi per il contributo che hanno dato per realizzare il libro. "Sò lasciato a scola 'nseconda elementare, quando frequentevo, doppo a scola buttevo a borza e evo a lavorà a vigna, perché mammoma eva a fa a cicoria. Quando tenevo quindicianni so 'ncominciato a ì pe cicoria fino a mò. Se magnèmo 'npezzo de pane co ò lardo, pe non perde tempo. Da Cori, 'ndò passemo passemo, chello che trovemo facemo, fino a Giugliano."
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